Il nuovo millennio è caratterizzato dalla digitalizzazione dei sistemi comunicativi e organizzativi, con processi del tutto nuovi come il web-campaign, il digital-campaign e l’online-campaign. Così si aggiungono nuovi attori nel mondo della comunicazione politica, come i “militanti digitali” e mezzi come blog, siti e social network.
Lo strumento nuovo chiaramente è la rete, che da un meccanismo top-down (al vertice i partiti e i leaders e in basso gli utenti) passa a uno bottom-up (coinvolgimento degli utenti nella fruizione e creazione dei contenuti).
D’altro canto, la rete concede anche di poter ricevere informazioni sulle abitudini e i gusti degli utenti, big data utilizzabili anche per l’impostazione e l’elaborazione strategica durante le campagne elettorali.
La televisione non cessa di avere importanza, con sempre maggior minutaggio politico e spazi dedicati alla politica dai tg. Oltre alle dichiarazioni e interviste, sono importanti i talk show- come Porta a porta di Vespa, Matrix, Annozero di Santoro e Ballarò di Floris - o i confronti TV proposti dalla Rai e le trasmissioni satiriche, che con i loro tormentoni animano l’atmosfera delle campagne elettorali.
In generale, si può parlare da un lato del ricorso ai social che intende un nuovo tipo di professionalizzazione, dall’altro, la rete permette il coinvolgimento dal basso, il cosiddetto astroturfing.
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