Si definisce pianificazione quella attività attraverso cui gli individui rappresentano e organizzano le azioni necessarie a raggiungere uno scopo o un obiettivo, mettendo in pratica un vero e proprio schema d’azione.
Oltre alle conoscenze semantiche e fattuali gli individui dispongono di conoscenze procedurali, riguardanti il modo in cui si svolgono le attività, articolate generalmente in strutture proposizionali del tipo se…allora. Secondo Schank e Abelson queste possono essere rappresentate in una sorta di schema denominato «script»: lo script corrisponde a una rappresentazione mentale di una successione di azioni che devono essere necessariamente eseguite in quella forma per raggiungere il proprio obiettivo. La rappresentazione di uno script comprende sia lo schema d’azione, sia gli argomenti, ossia i concetti di cose, persone e ruoli svolti dalle persone, sia le sequenze di azioni appropriate in uno specifico contesto.
Benché l’esecuzione di un piano consista fondamentalmente nell’attenersi rigidamente ai passi che lo costituiscono, Miller specifica che ciò non impedisce ai soggetti di eseguire delle attività che non fanno parte del piano predefinito: per questo, egli afferma che il piano sarebbe costituito da un aspetto molare e uno molecolare. L’aspetto molare rappresenta il punto più importante di un profilo d’azione; l’aspetto molecolare, diversamente dal precedente, rappresenta la specificazione dettagliata di ogni operazione. Proprio per questo alcune persone prima di iniziare a eseguire il proprio piano ne abbozzano solo la strategia generale, differentemente da altri che invece non iniziano a mettere in atto il piano se non si ha elaborato prima in modo definitivo le specifiche tattiche.
Bellissimo articolo!
Estremamente interessante e necessario riflettere sull'idea di script.
Il piano di riflessione sull'azione individuale, non può prescindere da un allargamento ad una riflessione più ampia, oserei dire "politica" ( se per politica intendiamo l'organizzazione della vita comune).
Ci sono ormai "piani" predisposti in ogni ambito e non sempre solo "molari".
Addirittura qualcuno ha pensato a "sbobinare" un piano di resilienza!
Siamo tutti ormai convinti che la forma di pensiero più valida da applicare ad ogni campo del nostro vivere sia "il pensiero computazionale".
Il nostro cervello è una macchina complessa e funziona meglio così:
poniti un obiettivo, elabora il percorso, raggiungilo. Tappa dopo tappa.
Ok.
Già Descartes ce lo ha fatto capire tanti anni fa.
Ma che succede se c'è…